L’ERASMUS E’ PIU’ FORTE DEL COVID: al via le mobilità all’Estero

Sono passati due lunghi anni senza mobilità Erasmus: l’assenza di escursioni effettive e non virtuali, il desiderio di viaggiare, di conoscere tradizioni diverse dalla nostra,mancava a tutti. Ciò ha reso la settimana di mobilità in Polonia, per il progetto Erasmus “The more variety, the better society”, emozionante ed unica! Samuele spiega quello che più ha apprezzato di questa mobilità: “Mi è piaciuto molto confrontarmi con ragazzi provenienti da altre nazioni e con culture diverse, comunicare in una lingua differente, imparare parole nuove, assaggiare cibi tipici delle altre nazioni, visitare città, adattarmi a nuove abitudini e fare nuove esperienze.” I ritmi vengono sconvolti: si fa una colazione abbondante, anche salata e si parte per Varsavia, Lodz, Toroun, Kutno…Alle 18.00 si pranza-cena e si sta insieme, parlando rigorosamente in inglese, ma anche insegnando espressioni italiane ed apprendendo parole rumene, lituane, turche.
Con alcune Nazioni si intreccia un rapporto speciale…a parlare è ancora Samuele “Ho avuto maggior feeling con la Romania: i ragazzi rumeni sono molto simpatici, parlano benissimo in inglese, quindi è facile comunicare con loro, la loro cultura è simile alla nostra… sono riuscito, tuttavia, a parlare con i ragazzi di tutte le nazioni: è stato un piacere per me conoscerli e spero di poterli incontrare di nuovo in futuro.” Il team italiano risulta composto da due docenti, la prof.ssa Loredana Pellegrino e la prof.ssa Simona Calabrese e da 5 studenti: Samuele Bertino, Lorenzo Salamone, Imen Salaai, Nina Grasso, Ilenia Calamoneri. Ragazzi curiosi e brillanti, sono stati l’anello di congiunzione tra le varie Nazioni: come dice Lorenzo”dobbiamo renderci conto che nonostante ogni paese è diverso e bello a modo suo, è popolato da persone, uguali a noi, con un anima, un cuore e delle emozioni. Ho sentito lo spirito Erasmus entrare nell’atmosfera non appena una ragazza, di cattivo umore e triste, è stata circondata da tutti noi, che l’abbiamo abbracciata, indipendentemente da dove provenisse, quale fosse il suo nome, la sua religione, quale cibo fosse abituata a mangiare ogni giorno, facendola tornare serena. “
Anche all’interno del team italiano non sono mancati momenti emozionanti, Nina racconta”Quando ci siamo riuniti tutti nella nostra stanza ( mia e di Imen ) e abbiamo parlato delle nostre esperienze personali, di ciò che c’ha fatto soffrire in passato e di come siamo riusciti a superare questi brutti periodi, abbiamo riso e pianto insieme ed è stato molto toccante.”
E aggiunge Ilenia “Uno dei ricordi più dolci ed commoventi risale alla seconda sera, quando io e gli altri ragazzi del team italiano siamo stati fino a tardi in camera a parlare e ognuno di noi ha raccontato un pezzo della propria storia, delle proprie fragilità e momenti più difficili. Dopodiché siamo scesi davanti l’hotel e abbiamo scritto sulla neve una parola che indicasse qualcosa che ci faceva stare male e l’abbiamo poi cancellata. È stato liberatorio ed emozionante. Soprattutto perché scopri persone con le quali, probabilmente, in altri contesti, non avresti parlato: quella serata avrà sempre un posto nel mio cuore.”
Si passa dalla tristezza alla gioia, all’entusiasmo, all’ilarità, si torna bambini, con la voglia di divertirsi e di lasciar cadere la maschera della compostezza e della serietà, che normalmente siamo soliti indossare. Ciò che è accaduto, secondo Ilenia, “ la mattina in cui siamo andati alla scuola di Zynclin: è stato uno dei momenti più divertenti e spensierati. Ogni nazione ha portato un ballo tipico del proprio paese. Qualcuno ha improvvisato, qualcuno era più bravo, qualcuno un po’ meno. La cosa sicura è che ci siamo divertiti e abbiamo vissuto quel momento con estrema spensieratezza.”
La necessità di comunicare, di farsi intendere, viene avvertita da tutti, e se non lo si può fare in inglese, si inventano linguaggi originali:”una delle cose più divertenti è stato far conoscere modi di dire siciliani ai ragazzi di diverse nazioni e vedere loro applicarli, e recitare queste frasi in diversi contesti colorando l’atmosfera di risate da parte di tutti noi”, dice Lorenzo.
Che la mobilità sia stata un successo, si deduce dalla risposta entusiasta che tutti hanno dato alla proposta di partire nuovamente. “ Dire che mi piacerebbe partecipare ad un’altra mobilità è scontato! Dove, non importa, sono sempre pronto a mettere il mio zaino in spalla per qualsiasi destinazione, si può imparare un minimo da chiunque a da qualunque posto, e, allo stesso modo, ognuno di noi ha qualcosa da offrire al prossimo. Bisogna sempre cogliere queste opportunità e non fermarsi mai, porsi sempre nuovi obiettivi e viaggiare, solo così ampliamo i nostri orizzonti! “ , sono le parole di Lorenzo.
L’energia dei ragazzi, la voglia di fare amicizia, d’inventarsi modi originali di comunicare, la prontezza nel risolvere imprevisti e di adattarsi alle situazioni, ha reso piacevole e frizzante la mobilità, in quanto il team italiano è stato trascinante, collante, pieno di risorse, a detta delle docenti accompagnatrici.
L’esperienza ha formato ed arricchito il team, oltre che sul piano linguistico, anche sotto l’aspetto culturale e di competenze trasversali, basti pensare al dibattito sull’inclusione degli immigrati, condotto dagli stessi ragazzi divisi in gruppi o ancora dalla creazione al computer del logo del progetto, o alla presentazione di cibi caratteristici da parte di ciascuna Nazione.
Si è ripartiti, questo è importante: ogni esperienza è degna di essere vissuta ed ogni Paese merita di essere conosciuto. Nonostante il Covid, l’Erasmus è stato un successo!
Il team dell’Erasmus in Polonia