Io sono Valeria

[William-Adolphe Bouguereau, The hard lesson, 1884]
Un difficile, difficilissimo momento quello in cui una comunità si stringe intorno alla famiglia e ai compagni di una studentessa scomparsa. Non ci sono parole per descrivere o soppesare un evento di tale portata. Tuttavia, bisogna farsi coraggio e aiutare chi il coraggio da solo non se lo può dare. I nostri ragazzi hanno mostrato tutto il loro affetto nei confronti della loro compagna, ma la fragilità legata alla giovane età non consente loro di metabolizzare ancora questo triste lutto. Ci passano per la mente, da studiosi, le migliaia di pagine scritte sui terremoti, sulla disperazione dei superstiti rimasti privi della propria famiglia, dell’affetto dei propri cari, dei loro beni. Uno sradicamento totale dalla vita. Oggi gli psicoterapeuti stanno cercando di elaborare terapie per il recupero dei “disturbi” post-terremoto. C’è una forte analogia tra gli effetti delle calamità naturali e gli eventi luttuosi che interessano comunità ristrette: improvvisi, devastanti, insanabili entrambi. Come docenti e come persone adulte nell’ambito di questa comunità scolastica che hanno vissuto queste particolari situazioni di privazione degli affetti, dovremmo aiutare i nostri allievi a uscire fuori dal proprio dolore.
Il rischio è vivere nel ricordo, rimanere ancorati alla memoria della persona che non c’è più. Il risultato è la pietrificazione della propria esistenza, che, nonostante tutto, deve andare avanti. Soprattutto per chi è ancora giovanissimo. Certo, la reazione iniziale è alimentare il ricordo, riportare in vita le parole e le immagini della persona scomparsa. I motivi possono essere facilmente interpretati: si cerca di capire di più, di scavare nella drammatica fantasia della morte per dare un significato a questa dolorosa mancanza. Ma il ricordo ravviva il dolore e attiva un circolo vizioso che non giova a nessuno. Quale potrebbe essere dunque una possibile, plausibile, confortante soluzione?
La risposta è più semplice di quanto si possa immaginare: la vita.
Perchè Valeria è in ognuno di noi, la sua vitalità coinvolgente, il suo dinamismo, i suoi sogni sono alla portata di tutti, basta afferrarli, carpirne i valori e i desideri sottostanti. Sapere che nessuno mai è veramente scomparso dalla faccia di questa terra, ma che possa rivivere sempre dentro di noi è l’arma migliore per difenderci da noi stessi, dai nostri errori, dalle nostre emozioni, dalle nostre paure. Perciò invitiamo i nostri allievi a fare lo stesso. Perché l’Amore vince su tutto.
Noi siamo Valeria.