4 NOVEMBRE: Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, STORIA E MEMORIA


Il 4 novembre, per l’Italia, è una giornata celebrativa nazionale, istituita nel 1918, e sempre mantenuta lungo quasi un secolo. Il 4 novembre 1918 entrò in vigore l’armistizio di Villa Giusti, col quale finì la Prima guerra mondiale per il nostro paese. L’accordo fu firmato dall’Impero austro-ungarico dall’Italia, a seguito delle vittorie italiane nell’ultimo scontro armato: la battaglia di Vittorio Veneto. Fu grande l’enfasi del risultato, per il nostro paese, che puntava all’unificazione dei suoi territori: infatti si vide riconosciuti e confluirono nel Regno d’Italia il Trentino, l’Alto Adige, l’Istria e Trieste, alcune parti della Dalmazia: perciò il 4 novembre ha avuto la denominazione di “giornata dell’unità nazionale”. Queste le parole del bollettino con cui il generale Armando Diaz, comandante delle forze armate italiane, comunicò la vittoria e la fine della Guerra con il seguente il bollettino: «La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. […] I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo, risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza».
Va ricordato che nel 1921, in occasione della celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, il Milite Ignoto venne sepolto solennemente all’Altare della Patria a Roma dove ancor oggi riposa. In epoca fascista, nel 1922, poco dopo la marcia su Roma, la festa cambiò nome e si chiamò “Anniversario della Vittoria”, perché si voleva sottolineare la potenza militare dell’Italia.
Sempre in epoca fascista, precisamente nel 1935, vennero iniziati i lavori per il Sacrario di Redipuglia, un sacrario che funge da luogo di commemorazione per tutti i 689.000 soldati morti durante la prima guerra mondiale, posto in un’ampia area che ne fa il più grande sacrario militare d’Italia e uno dei più grandi al mondo. Fu fortemente voluto da Mussolini, con un impiego enorme di uomini e mezzi; lui stesso inaugurò il poderoso monumento il 18 settembre del 1938 dopo 3 anni ininterrotti di lavori. Sorge all’interno del territorio comunale di Fogliano Redipuglia in provincia di Gorizia. L’opera fu realizzata sulle pendici del monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Grande guerra (prima, seconda e quarta battaglia dell’Isonzo), e, sfruttando la pendenza collinare, si presenta come uno schieramento militare. Alla base vi è la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, comandante della 3ª Armata, (morto nel 1931, chiese di avere l’onore di poter essere qui deposto tra le migliaia di soldati che persero la vita sul campo di battaglia), gli fanno ala le tombe dei suoi generali, e dunque, su una enorme gradinata, in ordine alfabetico dal basso verso l’alto, le spoglie di quasi 40.000 caduti noti i cui nomi figurano incisi in singole lapidi di bronzo. Questo luogo della memoria ha una cruciale importanza per la giornata del 4 novembre, perché ogni anno, di solito alla presenza del presidente del Senato, ospita momenti solenni di commemorazione. Ogni 4 novembre, in Italia (anche se dal 1977 la giornata non è festa “rossa” sul calendario), le massime cariche dello Stato a Roma rendono omaggio al Milite Ignoto, presso l’Altare della Patria; vi sono cerimonie di commemorazione dappertutto (Regioni, Province e Comuni). In molte aree del territorio nazionale è possibile visitare strutture militari aperte al pubblico e musei, e tutti i palazzi della Difesa, come il 2 giugno, sono coperti dal tricolore.
Stamani (notizia Ansa) il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è giunto all’Altare della Patria a Roma per rendere omaggio ai caduti con la deposizione della corona al Milite Ignoto, per le celebrazioni del 4 novembre, accompagnato dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e dal capo di Stato maggiore della Difesa, Claudio Graziano. Ha quindi ricevuto gli onori da parte di un reparto interforze, che ha suonato l’Inno nazionale. Un paracadutista militare, Giuseppe Tresoldi, è atterrato al centro di Piazza Venezia con una bandiera tricolore di 250 metri quadrati. Nel frattempo, la Pattuglia Acrobatica Nazionale ha sorvolato l’area della cerimonia, disegnando il Tricolore sul cielo di Roma. Ultimo atto della cerimonia, la consegna delle onorificenze dell’Ordine Militare d’Italia allo Stendardo del primo Reggimento Aviazione Esercito ‘Antares’ e alla Bandiera di Guerra del primo reggimento Carabinieri ‘Tuscania’. Nel giorno della festa, presso il Palazzo del Quirinale, viene effettuato in forma solenne il Cambio della Guardia con il Reggimento Corazzieri e la Fanfara del IV Reggimento Carabinieri a cavallo in alta uniforme. Questo rito solenne viene svolto solamente in altre due occasioni nell’anno: durante le celebrazioni della Festa del Tricolore (7 gennaio) e della Festa della Repubblica Italiana (2 giugno).
Da circa un decennio, anche nelle scuole, si è dato maggiore risalto alla festa del 4 novembre. A scuola si studiano le guerre, quindi è naturale che venga sottolineato il sacrificio di tanti uomini che spesero la loro vita a vantaggio della patria, senza risparmio di fatiche e di dolore. Non possiamo trascurare il tributo di gratitudine a chi non c’è più e ci ha permesso di essere in parte o in tutto quelli che siamo oggi. Prescindendo dalle divergenze di pensiero, giuste e legittime in democrazia, i grandi paesi si fregiano di un forte senso di appartenenza e di unità. Mentre scrivo queste parole, seduta alla mia scrivania, dalla finestra mi giungono le note del “Silenzio”: al municipio di Pace del Mela si sta svolgendo la cerimonia commemorativa, sul monumento ai caduti del nostro Comune. Un brivido mi attraversa, non è retorica.
N.B. -Noi docenti del “Guttuso” proponiamo riflessioni “a tema”, legate ad alcune ricorrenze, a livello nazionale ed internazionale, di varia natura, che stimolino, negli studenti, la conoscenze della storia e del mondo attuale, la valorizzazione dei diritti umani, le libertà fondamentali, il senso della “memoria” come dovere civico, in una parola la formazione alla cittadinanza. Lancio l’idea alla comunità, di alcuni prossimi appuntamenti (nell’autonomia e nella libertà di ognuno): 25 NOVEMBRE: Giornata internazionale contro la violenza sulle donne; 18 DICEMBRE: Giornata internazionale dei migranti; 27 GENNAIO Giornata della memoria; 10 FEBBRAIO Giorno del ricordo; 21 MARZO Giornata internazionale contro il razzismo
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